Se il governo non fa si che la liquidita’ arrivi subito sui conti correnti delle imprese qui ci sara’ un macello sociale. Dobbiamo recuperare la cittadinanza.”
Sono queste le parole di S.E. Monsignor Francesco Savino, vescovo della Diocesi di Cassano all’ Jonio, nelle settimane in cui la Calabria e il resto dell’ Italia provano a ripartire.
Il monito di Monsignor Savino arriva quando anche la Caritas conferma che nei 22 comuni della Diocesi di Cassano all’ Jonio il numero di persone richiedenti aiuto alimentare e farmaceutico e’ salito da 50 utenti tra Gennaio e Febbraio a 690 utenti tra Marzo e gli inizi di Maggio, mentre il numero di interventi erogati e’ aumentato da 110 nei primi due mesi dell’anno a 2,188 tra Marzo e Maggio.
In un territorio gia’ afflitto dalla mafia, caporalato, disoccupazione e lavoro nero la pandemia porta a galla “nuovi poveri” e un divario sociale sempre più profondo.
Fonti di Governo sottolineano che ulteriori iniziative volte a rafforzare gli strumenti anti-usura e a supportare cittadini e imprese sono gia’ in cantiere e in aggiunta alle misure messe in campo già dall’inizio della pandemia per salvaguardare la tenuta socio-economica del Paese.
Alcuni cittadini continuano a far fatica ad immaginare un futuro, ma da mesi c’e’ chi continua a lavorare per seminare speranza su tutto il territorio della Diocesi di Cassano all’Jonio.
Arcobaleno. Roseto Capo Spulico. Calabria. Photo credit: Mariaconcetta Briatico.
Tra questi il personale della Caritas e gli educatori del progetto di recupero sociale ed educativo “L’appetito vien studiando”, attivato presso il seminario di Cassano all’Ionio.
Ma il coronavirus e due mesi di lockdown portano con se nuove sfide da fronteggiare dietro le quali si celano volti, famiglie e storie come quella di Maria (nome fittizio per tutelare la privacy).
Madre di due adolescenti da sfamare e moglie di un marito che lavora saltuariamente, la trentacinquenne e’ stata tra le centinaia di persone che nei mesi scorsi si sono rivolte per la prima volta al Centro di Ascolto Caritas di Cassano all’Ionio per ricevere un supporto alimentare.
Per Maria, abituata a lavorare come lavapiatti durante la stagione estiva, ricevere pasta, salsa di pomodoro e riso, e’ stato “un grosso aiuto”.
Ma pensando ai mesi futuri racconta: “E’ una situazione che fa paura. La paura e’ di come continuare ad andare avanti economicamente. Ci sentiamo persi, lavoro non ce n’e’. Ho paura per il futuro. Non so come avrei fatto senza la Caritas.”
Gli ultimi dati ufficiali rivelano che dei 690 utenti che si sono rivolti alla Caritas nella Diocesi di Cassano all’Jonio nella prima fase dell’emergenza, 414 risultano nuove prese in carico, ossia persone che si sono rivolte ai centri di ascolto per la prima volta.
Don Gianni Di Luca, vicario della Carita’ e direttore della Caritas nella diocesi di Cassano, racconta come un’aumento di richieste di aiuto fosse previsto ma aggiunge: “Ce lo aspettavamo ma non in queste dimensioni. I numeri ci hanno un po spiazzati, specialmente a Cassano e a Castrovillari, perche’ sono venute fuori tutte quelle situazioni irregolari di cui quotidianamente non si ha sentore. Io l’ho vissuto con senso di impotenza cercando di fare, di dare il massimo pero’ si aveva la percezione che era veramente un mondo che ti cadeva addosso e che tu in qualche modo dovevi sostenere. Venivi consolato da quel poco che riuscivi a fare.”
Ma Don Gianni sottolinea anche la generosita’ della gente locale che si e’ concretizzata in €13.569 di donazioni e circa 200 mascherine cucite da una famiglia Pakistana nel Centro di Accoglienza “P. Lazzaro Longobardi” di Sibari.
Uno dei membri della famiglia (non identificato per motivi di privacy), racconta: “La nostra famiglia è stata accolta dal centro di prima accoglienza perché siamo scappati dal Pakistan e non avevamo nessun posto dove stare. Essendo una sarta mi è stato proposto di cucire le mascherine in un periodo in cui era quasi impossibile trovarle. Io ho cucito, i miei due figli mi hanno aiutata con il taglio delle stoffe e mio marito stirava.”
La famiglia del centro di accoglienza di Sibari all’opera.
Le mascherine sono state poi distribuite gratuitamente alle farmacie del territorio, i centri di ascolto Caritas e al centro dialisi dell’ospedale di Castrovillari.
Angelo Palmieri, Responsabile Caritas per l’area Progettazione e Osservatorio delle Povertà e delle Risorse, descrive quella che sta emergendo nel territorio della Diocesi di Cassano all’Jonio, come una nuova poverta’.
Tra i tanti che per la prima volta si sono ritrovati a chiedere aiuto alla Caritas di Cassano, ci sono i lavoratori ad ore e stagionali del comparto agricolo e turistico, badanti, colf, lavoratori in nero e anziani soli, dice il Dottor Palmieri.
“Si puo’ parlare di nuovi poveri, nuovi bisogni rispetto ai quali occorre riprogettare. Credo che in questo momento occorra mettere al centro delle decisioni politiche il tema della poverta’ per non ritrovarci con marginalità sociali che diventano ancora piu’ gravi,” dice Palmieri e aggiunge: “C’e bisogno di avviare nuovi processi partecipativi dal basso con l’intento di riprogettare dei servizi di welfare e promuovere una nuova economia con la comunita’.”
Laghi di Sibari – una delle principali attrazioni turistiche della Sibaritide.
Cercare di ridurre le marginalita’ sociali, dare speranza ai piu’ giovani, strappandoli ai tentacoli della mafia e della criminalita’ spicciola e’ quello che da cinque anni fanno gli educatori di “L’appetito vien studiando” – un progetto lanciato da Monsignor Savino.
In sostegno di 35 ragazzi tra i sei e 14 anni, il progetto mira a ridurre la dispersione scolastica a Cassano all’Ionio e in modo particolare nella zona del centro storico.
Ma negli ultimi due mesi, anche gli educatori del progetto hanno dovuto reinventarsi e trovare un nuovo modo per continuare a garantire ai 35 ragazzi un pasto, aiuto nei compiti scolastici e laboratori creativi ed educativi.
Katia Guzzo, le cui due figlie Fatima e Aurora, fanno parte del progetto, descrive i mesi appena trascorsi come pieni di paura ma anche conforto grazie a “L’appetito vien studiando”, che ha consegnato buoni spesa a tutte le 35 famiglie coinvolte.
La quarantaduenne di Cassano all’Ionio sottolinea come la presenza del progetto negli ultimi mesi sia stata importantissima e aggiunge: “Rispetto al passato, in questi due mesi, ho avuto più bisogno del progetto, perché in questo periodo di emergenza è stato importantissimo percepire la vicinanza degli educatori e anche della responsabile. Le telefonate di incoraggiamento, il doposcuola a distanza e tutte le attenzioni sono state fondamentali per farci sentire meno soli.”
Per Katia, “L’appetito vien studiando” e’ diventato garanzia di un futuro migliore per le sue bambine nonostante le paure ed incertezze che la pandemia ha portato con se.
“Si vive giorno dopo giorno perché è diventato impossibile progettare o pensare semplicemente al domani. Tutto quello che avevamo pianificato per la nostra famiglia è stato bloccato dalla pandemia. Spero che ritorni tutto com’era, spero che si ritorni a lavorare. Spero che il futuro sia meglio di oggi per noi e per le nostre bambine,”dice Katia.
Ma mentre la ripartenza del Paese e’ ormai iniziata, la paura per il futuro sembra non essere andata via.
“È difficile pensare in questo periodo al futuro. Nel nostro territorio lo Stato dovrebbe cercare di risolvere il problema della disoccupazione. Bisognerebbe favorire l’esportazione dei nostri prodotti locali, incentivare l’agricoltura e anche il turismo. Qui al Sud lavoriamo soprattutto grazie al turismo. Gli aiuti maggiori, dunque, dovrebbero giungere dallo Stato,” dice Katia.
Campagna della Piana di Sibari, rinomata per uliveti ed aranceti.
Ed e’ proprio su maggiori supporti futuri ma anche su un nuovo modo di rapportarsi con la comunita’ che stanno lavorando gli educatori di “L’appetito vien studiando” insieme al personale della Caritas.
Angela Marino, responsabile di “L’appetito vien studiando”, conferma che ci sono altri 40 ragazzi in lista d’attesa per il progetto.
“Pero’ al momento ci mancano gli spazi e le risorse economiche,” dice Marino, la quale conferma che il progetto e’ finanziato dall’Otto per Mille della Chiesa Cattolica e da Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo.
Tra le iniziative in cantiere c’e’ anche quella di avviare un centro polivalente per le famiglie che sia di sostegno ai genitori dei ragazzi del progetto.
“Questi ragazzi hanno due possibilita’: o si perdono o si salvano. C’e’ il rischio di cedere allo spaccio, utilizzare droghe e farne uso personale e anche nei confronti delle donne c’e’ ancora questa cultura di sottomissione e spesso si tramanda da padre a figlio,” dice Marino.
E’ per questo che progetti come “L’appetito vien studiando” sono diventati una fonte di speranza e principio di cambiamento.
“Un educatore non e’ chiamato solo a riempire il secchio delle emozioni ma anche ad insegnare e unire e per questi ragazzi e’ importante perche’ non devono restare indietro. Devono avere la stessa opportunita’ dei loro coetanei a prescindere dal contesto sociale ed economico,” aggiunge Marino.
Ma per riprendersi dalla pandemia, secondo Monsignor Savino, c’e’ bisogno di un cambiamento nel modo di pensare e di una forte presenza dello Stato per evitare che ritardi burocratici giochino a favore della Ndrangheta.
“Ormai la Piana di Sibari e’ tutta in mano alla Ndrangheta. Di fatto c’e’ e ci sara’ un impoverimento complessivo delle imprese. La Ndrangheta puntera’ sull’usura. Se il governo non fa si che la liquidita’ dei soldi arrivi subito sui conti correnti delle imprese qui ci sara’ un macello sociale e delle imprese,” dice Monsignor Savino e aggiunge: “L’usuraio criminale ti da subito quello di cui c’e’ bisogno. All’inizio sembra un salvatore, poi si e’ impossessato della tua vita e dell’impresa.”
Monsignor Francesco Savino, vescovo della Diocesi di Cassano all’Jonio.
Qual e’ quindi la risposta alla crisi post-coronavirus?
Monsignor Savino non ha dubbi e dice: “Se siamo capaci di essere insieme, insieme possiamo farcela. La Piana di Sibari e’ di una bellezza unica, dalle mille opportunita’ ma c’e’ anche una cultura di rassegnazione, del piangersi addosso, dell’assistenzialismo. L’individualismo fa il gioco dei poteri forti. Io credo nell’alleanza. Il Sud brilla per individualismo. Il potere divide per essere sempre egemonico. Ci vogliono politiche economiche che devono andare oltre il modello del liberismo capitalistico. La Ndrangheta si combatte con la cultura, con il lavoro e con una maggiore presenza dello Stato sul territorio. Ci deve stare la Chiesa accompagnata dallo Stato. Bisogna passare dall’utopia all’eutopia – luogo in cui dobbiamo essere capaci di affidarci un po di felicita’.”
Fonti di Governo fanno presente una serie di iniziative già attuate dall’inizio della pandemia.
Tra queste un totale di €17 milioni di aiuti alimentari attraverso i comuni alle famiglie più in difficoltà, di cui €452 mila per il comune di Cosenza e oltre €180 mila al comune di Cassano all’Ionio.
Il Governo sottolinea come misure come queste siano state implementate proprio per evitare di lasciare spazio alle mafie.
Tra gli altri provvedimenti del Governo ci sono €300 milioni per i comuni del Sud per garantire servizi sociali e contribuire a rilanciare l’economia locale e la qualità della vita; piu’ di €1milione al settore agricolo per garantire liquidità alle aziende e tutelare i lavoratori; crediti di imposta per gli affitti, ristori per alberghi e aziende con grandi perdite di fatturato; allungamento degli ammortizzatori sociali e l’introduzione del reddito di emergenza, per le fasce di popolazione che non hanno diritto alle altre tipologie di aiuto.
A tal proposito il Governo ha confermato che facendo riferimento a dati aggiornati al 5 Giugno, dalla Calabria sono pervenute all’INPS 14.886 domande per il reddito di emergenza – il 6,1% delle domande totali.
Fonti di Governo aggiungono: “Da subito, dall’inizio della pandemia abbiamo messo in campo un ampio e robusto ventaglio di strumenti e tutele per i lavoratori e le famiglie a salvaguardia della tenuta socio-economica del Paese. Le difficoltà ci sono e sono evidenti. E continueranno ad esserci. Il Governo è al lavoro per continuare a garantire anche nei prossimi mesi la protezione sociale, sostenere il tessuto locale e per ridurre le disuguaglianze. Capacità di spesa, controllo della legalità e trasparenza alla base dei prossimi passi dell’Esecutivo. ”